MARCHINI ABETI
Vivaio Alberi di Natale dal 1958
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L'ALBERO DI NATALE

a cura di
Alfio Marchini

Dalle origini della tradizione.....
...alle campagne d'informazione (diseducative)
contro l'uso di piante vere.


La tradizione di ornare un albero sempreverde in occasione del Natale, originatasi in Germania nel VII secolo, e già comunissima alla fine dell'ottocento in Nord Europa e negli Stati Uniti, si è diffusa rapidamente in Italia a partire dagli anni 50, tanto che oggi l' "Albero di Natale" è tradizione comune nella maggior parte delle famiglie.

Si stima che in Italia vengano utilizzati ogni anno circa 9 milioni di abeti.
La produzione di queste piante proviene da una normale attività agricola di tipo vivaistico.

Purtroppo, negli ultimi anni, si sono verificate delle campagne di informazione contro l'impiego di piante di abete 'vere' a favore di quelle sintetiche ...in modo da 'salvaguardare il bosco' che andrebbe soggetto a tagli ed asportazioni indiscriminate... fino ad affermare (TG2 del 14.12.98) che questo utilizzo comporta la distruzione di centinaia di ettari di foreste!!

La causa di tutto questo è dovuta in gran parte ad una scarsa conoscenza sull'origine degli abeti destinati ad ornamento natalizio che derivano per circa il 90% da coltivazioni vivaistiche specializzate e il restante 10%  (si tratta di cimali o punte di abete) provenienti dalla normale pratica forestale che prevede interventi colturali di 'sfolli' e/o diradamenti indispensabili per lo sviluppo e la sopravvivenza del bosco e regolarmente autorizzati dal Corpo Forestale dello Stato.
" L'albero di Natale: una consuetudine che, se bene disciplinata, giova alla buona tecnica ed alla economia del bosco". E' il titolo di un articolo di  Gambi (1967) pubblicato più di 40 anni orsono.

In Italia la coltivazione dell'albero di Natale è concentrata prevalentemente in Toscana (province di Arezzo e Pistoia) ed in Veneto. A questo riguardo si stimano in Toscana circa 800 ettari destinati a questa coltivazione, che riveste una notevole importanza economica soprattutto per le zone montane e collinari di questa regione  dove rappresenta una forma interessante di integrazione dei redditi e di utilizzo di terreni  ex agricoli e pascolivi altrimenti destinati all'abbandono e conseguente degrado idrogeologico.
Si tratta quindi di una coltivazione che, nel rispetto del delicato equilibrio dell'ambiente montano, può rappresentare una ideale forma di utilizzo di terreni marginali di media collina e montani, e può indurre alla costituzione di aziende specializzate di una certa estensione che optino per una riconversione produttiva globale verso questa coltura.

La coltivazione viene quindi assimilata al comparto produttivo ortoflorovivaistico e regolamentata dalle vigenti normative (L.987/31 - L.R.55/95 e succ.ve) che prevedono il rilascio da parte dell'Amministrazione Provinciale competente della relativa autorizzazione.

A riguardo inoltre delle iniziative che spesso sorgono dopo le festività per il  'recupero' degli alberi di Natale, ritengo che siano operazioni da evitare per diversi motivi:
in primo luogo va ricordato che gli abeti con zolla destinati ad albero di Natale vengono preparati con un pane di terra ridotto rispetto a quello che la pianta necessiterebbe per un normale trapianto, quindi con una potenzialità di attecchimento certamente limitata; inoltre le piante, reduci da una permanenza prolungata negli appartamenti, sono in pessime condizioni vegetative per gli stress subiti durante il periodo natalizio e spesso mutilate a causa degli addobbi.
I costi di recupero, trasporto e trapianto di queste piante sono di gran lunga superiori al prezzo di acquisto di piantine appena estratte dai vivai e quindi più idonee sia per il rimboschimento che per il verde pubblico.
Infine, non va dimenticato, anzi è un fattore fondamentale, che dal punto di vista ecologico, non tutti gli ambienti sono idonei alla vegetazione dell'abete, il quale fisiologicamente necessita delle condizioni climatiche della montagna.

Nonostante quindi sia una tradizione consolidata in tutta Italia, il settore produttivo degli alberi di Natale si muove ancora tra numerose difficoltà di ordine psicologico contro l'impiego di piante vere.
E' necessario invece stimolare questa forma di coltivazione dei terreni di media collina e montani e far conoscere all'opinione pubblica che tale coltivazione ha tutte le caratteristiche di una attività vivaistica specializzata, alla stregua dei comuni fiori recisi che, una volta utilizzati per il decoro delle nostre case, vengono tranquillamente gettati.

In molti paesi europei, l'albero di Natale rappresenta un prodotto importante sia per la superficie occupata che per il fatturato annuo, tanto che, diversi anni fa', è stata fondata la Christmas Tree Growers Association of Western Europe (C.T.G.A.W.E.), associazione europea - occidentale dei coltivatori di alberi di Natale, alla quale aderiscono i principali produttori di quasi tutti i paesi dell'area.
Questa rappresenta un efficace sistema per favorire la divulgazione di esperienze, trovare accordi sulla commercializzazione dei prodotti e non ultimo promuove iniziative per favorire la conoscenza di queste produzioni  sensibilizzando l'opinione pubblica all'adozione di materiale vegetale 'vivo' e piante 'vere' per gli addobbi natalizzi.


Marchini Alfio Via Ponte Sorana snc PESCIA PT - P.IVA 01746170479
L'albero vivo di qualità
Per il Natale tradizionale
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